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È impossibile non accorgersi di quante pietre, quanti mattoni, quanti ciotoli caratterizzino la nostra campagna e il pensiero corre subito ai nostri nonni e ai nonni dei nonni, che con tanta pazienza e solerzia, ogni giorno, si sono impegnati per plasmare un paesaggio altrimenti aspro e inaccessibile.
Ci hanno lasciato i terrazzamenti, che sono ancora là, spesso nascosti dall'avanzare della macchia; ci hanno lasciato i fari e metronomi della loro vita: le chiese, che sorvegliano dall'alto le valli e hanno sempre almeno un sentiero che le raggiunge, un percorso di fede e, dove pare che non l'abbiano, vuol dire che è nascosto.
Un tempo su queste colline c'erano tanti prati e molti meno alberi, crescevano stupendi e pregiati funghi e l'acqua che scendeva nei fossi era raccolta dai mulini, dagli opifici.
Castagne, nocciole, olivi e fichi la facevano da padrona e i contadini scendevano dalle alture per portare il latte e gli ortaggi al mercato.
Qua e là è ancora possibile trovare un pozzo, una sorgente naturale, anch'essa ben nascosta dalla bassa e folta vegetazione, costellata di orme dei cinghiali e dei caprioli.
Qua e là è si trovano grandi opere in pietra, ponti storici, ruderi di antichi eremi o avamposti medievali...
Che tu sia o meno un appassionato di escursionismo, questo territorio offre molte cose da vedere senza viaggiare molto, talvolta guardando semplicemente poco oltre i muri delle case.
nella foto: rustici lungo il sentiero Chiavari - Leivi - Montallegro
nella foto: scorcio su Zoagli dal passo dell'Anchetta
nella foto: edicola votiva tra i sentieri della frazione di Sanguineto in Chiavari
Copyright © 2014 - by Stefano Chiesa